Quando si parla di cibi light ci si riferisce ad alimenti che hanno perso una quota calorica, abitualmente per sottrazione di una parte degli zuccheri o dei grassi in essi contenuti.
Bibite private dei normali dolcificanti, birre a contenuto alcolico ridotto, tonno con acqua al posto dell’olio e così via passando per torte, gelati, latte, formaggi, cioè alimenti che in origine appartengono a prodotti che hanno un contenuto calorico superiore rispetto alla media.
In realtà averli impoveriti non significa averli privati delle loro calorie: spesso si corre il rischio di mangiare di più proprio per la convinzione di crederli “innocui” e si finisce col riportare il totale calorico ai valori originali. In particolare è quello che succede a chi segue continuamente delle diete dimagranti e si vede costretto a rinunciare ai cibi più appetitosi. L’illusione di poter accedere al “proibito” fa allora raddoppiare la dose.
Il nostro corpo, per un delicato gioco ormonale e psicologico, finisce col richiedere più di quello che vorremmo, quindi nel tirare le somme abbiamo probabilmente mangiato di più in termini calorici.
Come se non bastasse in molti alimenti si sostituiscono grassi e zuccheri con dei prodotti artificiali che non sono certamente il meglio che l’organismo possa desiderare.
Nella ricerca della magrezza è quindi più opportuno preferire una quantità ridotta di un cibo tradizionale a un prodotto light che ci illude di darci meno calorie. Non sono certo i cibi light che ci aiutano a dimagrire ma le buone regole alimentari e, più in generale, la corretta igiene di vita.
Articolo pubblicato su: affaritaliani.it