Il consumo di the ha origini lontane.
La scoperta potrebbe essere avvenuta grazie ad un imperatore cinese: si narra che caddero accidentalmente alcune foglie da un albero in una pentola di acqua bollente e l’acqua assunse un invitante color oro, l’imperatore assaggiò la mistura e si sentì immediatamente più sveglio e rinvigorito. La chiamò “ the”.
È una delle bevande più antiche e, dopo l’acqua, è la più consumata nel mondo. Sulla sua preparazione e sul modo di gustarlo si seguono tradizioni e usanze diverse, spesso a testimoniare una cultura e dei valori che si perdono nella notte dei tempi. Può essere bevuto caldo o freddo, al naturale o con aggiunta di latte, al limone, menta, zucchero, arancio, ecc. Nei paesi orientali si consuma soprattutto il the verde, in quelli occidentali maggiormente quello nero. Nonostante sia così “vecchio”, le sue proprietà benefiche non sono ancora completamente conosciute.
Quanti tipi di the esistono?
Fondamentalmente esistono tre tipi di the: fermentato o the nero, le cui foglie vengono seccate fino a perdere la gran parte di umidità e poi fermentate, semifermentato o oolong the e non fermentato o the verde. In quest’ultimo caso le foglie non vengono fermentate né appassite, ma solo trattate a vapore e poi asciugate. A queste varietà si aggiungono gli innumerevoli prodotti aromatizzati. Le loro caratteristiche, l’odore, il sapore ed il colore, sono in relazione ai processi utilizzati per convertire le foglie fresche verdi nel prodotto finale. A conferirgli colore e corpo sono i cosiddetti tannini, antiossidanti appartenenti alla famiglia dei polifenoli. Gli oli essenziali sono invece i responsabili del sapore e dell’aroma.
Quante calorie apporta una tazza di the?
Il the è una bevanda priva di calorie, quelle presenti sono dovute all’eventuale aggiunta di zucchero.
Al suo interno sono però contenute diverse e interessanti componenti quali: la teina (sinonimo di caffeina), la teobromina e la teofillina che in particolare stimolano il sistema nervoso.
La loro presenza è diversa a seconda della varietà e delle tecniche di preparazione. Queste sostanze appartengono al gruppo delle cosiddette metilxantine. Posseggono tra loro analoghe proprietà farmacologiche che però si presentano con intensità diversa nei differenti organi e tessuti.
La teofillina ha un’azione stimolante sul sistema nervoso minore di quella della caffeina, ma maggiore della teobromina. Invece la teofillina è, tra le xantine, la più attiva dal punto di vista diuretico e la sua azione risulta buona anche sul sistema respiratorio.
Ovviamente nel valutare l’azione sull’organismo di questi principi nell’arco della giornata, si deve considerare, oltre al consumo di the, anche quello di altre bevande con all’interno sostanze simili (caffè, cioccolata, bevande a base di cola, ecc.).
Il the è inoltre ricco di tannini, responsabili del sapore astringente. L’azione della caffeina ha una intensità minore rispetto a quella contenuta nel caffè proprio per la presenza dei tannini, con cui si combina.
Quali sono quindi le sue azioni sull'organismo?
Il the è da sempre conosciuto, oltre che per le sue proprietà organolettiche, anche per quelle curative e regolatrici delle funzioni fisiologiche. Più che come vero e proprio farmaco, è sempre stato usato come bevanda tonica e leggermente eccitante. In terapia se ne possono però sfruttare anche l’azione leggermente diuretica e astringente e, qualora la droga sia somministrata in infuso caldo, quella diaforetica (favorisce cioè la sudorazione).
Per la presenza di caffeina, come già accennato precedentemente, si ha un’azione eccitante sul sistema nervoso e anche una leggera azione stimolante sul miocardio oltre che l’azione diuretica. Quest’ultima è dovuta sia alla caffeina, sia alle piccole quantità di teofillina. Il the sembra anche stimolare la motilità gastrica senza però esercitare un’azione evidente sulla secrezione dello stomaco. In particolare, chi soffre di digestione lunga e difficile può giovarsi del consumo di the non zuccherato, da sorseggiare mentre si mangia.
Ma esiste una differenza di azione tra i diversi tipi di the?
In parte sì. Oltre alle azioni già conosciute, negli ultimi anni numerosi studi hanno dimostrato i benefici in particolare del the verde, nei confronti di diverse malattie. Nello specifico sono stati effettuati degli studi sui danni causati dal fumo di sigaretta e sulle malattie cardiovascolari.
Il fumo è infatti una delle principali cause della produzione di radicali liberi, motivo per cui l’assunzione di the sembra svolgere, grazie alla presenza degli antiossidanti (i cosiddetti polifenoli tra cui spiccano le catechine e in particolare l’Epigallocatechina gallato), azione preventiva sulle arterie. Il the verde ne ha un contenuto fino a cinque volte superiore rispetto agli altri tipi di the.
Non una semplice bevanda quindi?
Siamo abituati a consumare il the caldo quando siamo un pò infreddoliti o freddo per placare la sete. Frequentemente il suo consumo è un vero e proprio rito, leggende e tradizioni lo raccontano da secoli. Per usare una citazione di Alice Walker:
“Il the per gli inglesi è davvero un picnic al coperto”.
Oltre alle molteplici qualità già precedentemente menzionate, quindi toniche, digestive, diuretiche, antiossidanti e stimolanti della sudorazione, trova anche impiego nella cosmetica. Ad esempio nel the verde il contenuto di polifenoli, proprio per la loro azione antiossidante, lo rendono utile come costituente di cosmetici per la prevenzione ed il trattamento dell’invecchiamento cutaneo. Grazie ai tannini, il the verde è un valido alleato nel trattare le pelli grasse per la sua azione sebo normalizzante
Quanto è importante la sua preparazione?
Sarebbe preferibile che l’infusione del the avvenisse in acqua molto calda, ma non bollente, e che non durasse troppi minuti per evitare di danneggiare i polifenoli. Gli stessi, abbondanti come detto soprattutto nel the verde, sarebbero neutralizzati anche dall’eventuale aggiunta di latte per azione della caseina in esso contenuta. Se l’estrazione del the dura un paio di minuti ne vengono esaltate le proprietà stimolanti, mentre con un’infusione più lunga queste si attenuano a causa dell’acido tannico.
Articolo pubblicato su ‘‘www.vastoweb.com’’